@oleobone

Biofeedback… chi è codesto?

Avete mai sentito parlare di biofeedback (in Italia l’ho sentita pronunciare in tutti i modi possibili ed inimmaginabili, perciò… sbizzarritevi!)? Di che cosa si tratta? Della idea, intelligente, di rendere immediatamente disponibile, visibile sul video di un computer lo stato di tensione-rilassamento del corpo (-mente) umano.

Di quante parti è composta l’apparecchiatura? Di tre parti: una scatoletta, un computer, 4 cavetti. Volendo, i pezzi possono aumentare ma quelli descritti rappresentano la base. Alla scatoletta si collegano i cavetti che vengono connessi ad alcune parti del corpo umano, soprattutto alle mani. La scatoletta è a sua volta collegata a un computer che permetterà di far apparire sul video 4 tracce che rappresentano le informazioni rilevate dai 4 cavetti.

Che cosa rappresentano le 4 tracce?

  • Il rilassamento o la tensione dei muscoli (quello preferito dagli psicologi è il muscolo frontale, ma si può lavorare su molti altri muscoli e lo strumento può essere adoperato anche nella riabilitazione neurologica).
  • La frequenza cardiaca, la pulsazione e lo stato di tensione o di rilassamento della muscolatura dell’arteria terminale di un dito.
  • La temperatura corporea, con particolare riferimento alle estremità (la temperatura non è uguale nelle diverse parti del corpo).
  • Lo stato di sudorazione della cute delle mani.

Con la rilevazione di questi 4 parametri, che dà origine alla cosiddetta “base-line” (in italiano “linea di base”), ossia i valori del corpo(-mente) di un paziente messo in stato di riposo, si comprende lo stato in cui vive un paziente. Se il paziente mostra già un buon grado di rilassamento, non si può che migliorarlo, incrementarlo o lasciarlo così com’è. Se lo stato di tensione è medio o alto, si può procedere a una valutazione clinica del paziente per comprendere se è il caso di fargli imparare a rilassarsi. Inoltre, un paziente può anche avere un buon grado di rilassamento temporaneamente perso a causa di un evento acuto.

Come funziona il biofeedback? Che cosa significa feedback? La traduzione letterale è “informazione di ritorno”. Ossia? Sarà meglio procedere con un esempio: se a un gruppo di studenti viene proposto un compito di matematica, il voto di ognuno sarà il feedback, ossia l’informazione di ritorno (che ritorna dove? È l’informazione che ritorna agli allievi, ossia che viene fornita sulla prestazione effettuata).

Quindi, ricapitolando, se usiamo lo strumento del biofeedback mentre il paziente rimane sdraiato e tranquillo nell’ambiente del nostro studio, siamo in grado di capire se quel paziente è in grado di rilassarsi o se rimane in uno stato di tensione cronica che, con il passare del tempo, non si attenua.

Il paziente cronicamente teso può imparare il rilassamento con una tecnica oppure adoperando lo stesso biofeedback, ossia: mentre il paziente mantiene gli occhi chiusi, impostiamo la macchina perché senta un suono (o una piacevole melodia o la sua musica preferita) nel momento in cui ha raggiunto l’obiettivo che abbiamo impostato nella seduta e che, nelle sedute successive, può essere impostato in modo da fargli imparare un rilassamento sempre più profondo, fino a quando il paziente… come capita nel rilassamento quando ci siamo arrivati ben bene… si addormenta!

Scherzi a parte, il paziente non sempre si addormenterà ma, se dopo un adeguato training, gli capitasse di addormentarsi… ben venga, ha imparato a rilassarsi!

Il biofeedback è un valido ausilio per l’apprendimento del rilassamento. Semplice, innesca curiosità, permette di vedere sul video il significato della fisiologia del rilassamento per i pazienti “San Tommaso” che non ci credono, permette un buon training e, come ogni strategia terapeutica, prevede che il paziente impari a far da solo e diventi autonomo nel gestire tempi e modi della sua capacità di rilassarsi!

Il rilassamento è una capacità con la quale nasciamo ma che, nel nostro frenetico mondo, purtroppo viene dimenticata ed, in alcuni casi, deve essere appresa. So che per alcuni ciò è strano, ma, ci piaccia o meno, le cose stanno così. Non solo… c’è da dire che a volte anche i bambini delle scuole elementari si è visto che hanno già una compromessa capacità di rilassamento.

Se facciamo fatica a riconoscere questo aspetto della nostra realtà, allora pensiamo alla difficoltà di dormire (di staccare la spina) che molti di noi hanno e a quanti psicofarmaci ipnotici vengono venduti nella società occidentale.

In compenso, date le funzioni di cui sono dotati i nostri moderni cellulari, non è detto che in un (prossimo?) futuro non avremo modo di usare questi stessi parametri acquistando uno smartwatch o scaricando delle app! Già ora, alcune app e dispositivi indossabili (wearable) utilizzano il biofeedback per monitorare e migliorare il benessere. Questi dispositivi, come gli smartwatch e i fitness tracker, possono essere indossati come un orologio e aiutano a raccogliere dati sul nostro corpo in tempo reale grazie a tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e i sensori wireless, che rendono il processo ancora più accessibile e personalizzabile.

Il corpo ci manda messaggi corretti sul nostro stato interiore ma la mente spesso fa finta di nulla. Ed allora… ci tocca reimparare ad ascoltarlo e a permettergli di esprimersi.

(di Maria Cristina Foglia Manzillo)